di Andrea Sebastianelli
La storia della Sagra delle castagne è anche la storia delle persone che, grazie all’idea di promuovere una festa che evidenziasse le tradizioni del paese, hanno permesso a Rocca di Papa di diventare il punto di riferimento di numerosi turisti e visitatori per un appuntamento diventato tra i più attesi della provincia di Roma e della regione. Sono tanti i roccheggiani che andrebbero ringraziati per questo loro sogno diventato realtà e che, dopo 43 edizioni, fa sognare altre generazioni di roccheggiani che, anno dopo anno, dedicano il loro tempo affinché la Sagra sia sempre bella, accogliente e ricca di eventi. Tra i tanti non possiamo non ricordare “I magnifici 4”, come vennero ribattezzati nel 1980, i quattro artisti che diedero l’impulso iniziale, la scintilla ispiratrice da cui poi prenderà avvio la Sagra delle castagne. Si tratta di Miro Fondi (rimasto nel cuore di tutti i roccheggiani), Franco Carfagna, Gino Testa e Marisa Pierluigi (nella foto). Quattro artisti, quattro roccheggiani, quattro innamorati del loro paese.
La prima piccola scintilla di quella che poi diventerà la Sagra come tutti la conosciamo, si tenne nel 1979. Si trattava di una festa organizzata fuori dal sagrato del Duomo, dove in un braciere venivano arrostite le castagne e distribuite ai cittadini. Da quella scintilla scaturì l’idea: “Perché non organizzare una cosa simile per tutta Rocca di Papa?”. E così fu.
Oltre ai Magnifici 4, ovviamente, la nascita della Sagra fu il risultato di un insieme di fattori, a cominciare dall’impegno dell’allora associazione commercianti, dell’amministrazione comunale e di tanti cittadini e associazioni che pensarono bene di impegnarsi per far nascere un evento in grado di descrivere al meglio Rocca di Papa e la sua storia. Gli inizi non furono facili. All’epoca, prima di poter accedere a risorse regionali, bisognava organizzare almeno tre Sagre con mezzi propri. E fu così che si partì, con un pizzico di incoscienza e con tanta passione e voglia di fare.
Tra i protagonisti di quella felice stagione abbiamo deciso di incontrare Marisa Pierluigi, l’unica donna dei “Magnifici 4”, in quegli anni impegnata nella cooperazione sociale e nota pittrice con il nomignolo di Mariusa con le sue particolari tele sabbiate, e che nel 1984 ricevette dall’allora amministrazione comunale una medaglia d’oro proprio per l’impegno profuso nella Sagra.
«Gli inizi della Sagra furono molto difficili, fu necessario l’impegno di tutti, cittadini e associazioni, affinché si riuscisse a mettere in piedi un evento che aveva l’ambizione di richiamare turisti e curiosi da fuori. Tutta Rocca di Papa si sentiva coinvolta in quest’idea, nessuno comandava ma eravamo tutti uniti per raggiungere l’obiettivo. Oggi potrà sembrare assurdo ma era proprio così».
Chi ebbe l’idea della Sagra delle castagne?
«A parte noi quattro, la Sagra fu un’idea collettiva, nel senso che ci riunivamo e discutevamo della necessità di dare a Rocca di Papa una festa degna della sua storia. E quale migliore storia di quella legata agli alberi di castagno e ai loro frutti? Tutti si davano da fare. Il primo problema fu: come cuocere le castagne? Fu allora che ci rivolgemmo a diversi fabbri di Rocca per costruite otto bruciatori giganti, quelli che vedete ancora oggi negli stand».
Peraltro, proprio Marisa, che in quegli anni aprì un laboratorio della lavorazione ceramica a Rocca, ideò anche il primo storico gadget/simbolo della Sagra: il cartoccio che ricordava quello di carta che conteneva le caldarroste.
«All’epoca le castagne arrostite venivano date ai visitatori dentro i classici cartocci di carta oliata, non si usavano le bustine bianche che si vedono oggi. E quindi mi inventai il cartoccio in ceramica con la scritta “Sagra delle castagne”. Un’esperienza che non si sarebbe potuta realizzare senza l’arte di Pina Geusa e il lavoro di Lina Cappelli, oggi addetta all’anagrafe del Comune, più quello della sottoscritta addetta alla cottura delle ceramiche e alla loro cristallizzazione. Un gadget simbolico che fece capolino nel terzo anno della Sagra, e che ebbe un grande successo, perché poi poteva essere appeso al muro così da ricordare la partecipazione alla Sagra. La cosa stupenda è che eravamo proprio noi, nel nostro laboratorio, a realizzare i cartocci in terracotta e a decorarli».
Purtroppo, negli anni a seguire, il cartoccio è stato dimenticato ma sarebbe una bella cosa riprendere quella antica e bella tradizione. Siamo ormai alla 43ma edizione della Sagra. Che festa è quella di oggi rispetto alle prime edizioni?
«La Sagra fortunatamente non ha perso le sue caratteristiche e il suo scopo originario, che era soprattutto quello di utilizzare una festa per far conoscere ai forestieri la bellezza di Rocca di Papa. E questa è la cosa più importante».
Insomma, l’amore per il proprio paese non conosce ostacoli. Ieri come oggi. Grazie Marisa per i ricordi che ci hai regalato, sperando che il cartoccio già dalla prossima edizione torni a essere il gadget della Sagra, mentre ci auguriamo che “I magnifici 4” (Gino Testa, Franco Carfagna, Marisa Pierluigi e alla memoria di Miro Fondi), possano già in quest’edizione ricevere un riconoscimento dall’amministrazione comunale affinché non ci si dimentichi dei protagonisti di un evento diventato storia.