Di strade dissestate che avrebbero bisogno di essere sistemate, Rocca di Papa ne è piena. Nella maggior parte dei casi i cittadini sono costretti ad attendere che il Comune trovi i fondi per intervenire. Ma quello che è accaduto questa mattina (6 maggio) in una stradina a ridosso di via delle Calcare ha quasi dell’incredibile: un camion carico di brecciolino, una ruspa (nella foto) e un operaio stavano operando alacremente per sistemare il manto stradale. Ci avevano provato già qualche giorno fa ma la pioggia insistente non aveva permesso di ultimare il lavoro. Qualcuno, vedendo quello che stava avvenendo è sceso in strada esclamando: “Finalmente il Comune si è ricordato di noi!”. “Ma quale Comune signo’… c’ha pensato un candidato sindaco! Non si preoccupi, è tutto pagato!”.
Questa scena alla Totò (che per ingraziarsi un finanziere gli inviava a casa lavatrice, frigorifero e televisore) è avvenuta veramente e, in attesa di saperne di più, sarebbe interessante conoscere almeno il nome di questo mecenate che tanto si è prodigato per tappare le buche. A poche decine di metri da questa stradina, intanto, era in corso l’aperitivo organizzato da uno dei candidati, e chissà se si sia accorto di ciò che stava avvenendo, con tutto quel rumore di ruspe. Magari sarebbe potuto intervenire e smascherare l’oscuro finanziatore, a cui avrebbe potuto chiedere: chi vi manda? Invece pare che non se ne sia proprio accorto. E così forse non sapremo mai il nome di questo “benefattore mascherato” (come il famoso cantante), chi si nasconda dietro quest’opera di beneficienza. Quello che però sappiamo è che qualcuno vorrebbe riportare Rocca di Papa indietro di una trentina d’anni, quando durante le campagne elettorali fioccavano regali e regalini, dalle magliette dei ciclisti ai buoni benzina, per comprarsi il voto dei cittadini. Tempi in cui certi smorzi (rivendita di materiali edili) si prodigavano a raccattare voti per il politicante di turno. Assegni in bianco da incassare successivamente, qualora quel politicante fosse poi stato eletto. Ma qui si è andati oltre, passando dalla maglietta sportiva a veri e propri interventi di manutenzione stradale, realizzati a quanto pare senza alcun permesso comunale visto che sul luogo di lavoro non c’erano cartelli affissi né sui lavori in corso né sulla sicurezza (su quest’aspetto ci informeremo al più presto presso il Comune).
Poi c’è un aspetto su cui non si può certo scherzare e si chiama “voto di scambio”. Ed è un reato. La Corte di Cassazione in una sentenza del 2020 ha addirittura parlato di “reato di corruzione elettorale” laddove un candidato in cambio del voto offra, prometta o somministri danaro, valori ovvero qualsiasi altra utilità (come nel nostro caso). Ma al di là di quello che hanno sentenziato i giudici, ciò che emerge da questa pessima storia alla rocchiciana, è che se qualcuno sta utilizzando tali metodi con lo scopo di recuperare qualche preferenza perduta, significa che sta veramente alla frutta. E il candidato che mette in atto questi sistemi corruttivi dovrebbe solo vergognarsi perché sta dimostrando di non essere degno di fare il sindaco.