Sono in costante aumento i cosiddetti allontanamenti volontari dal centro di accoglienza per migranti di Mondo Migliore sulla via dei Laghi a Rocca di Papa. Solo nel mese di febbraio sono ben 24 le persone cancellate dall’anagrafe comunale poiché allontanatesi dal centro senza farvi più ritorno. Dalla sua entrata in funzione, avvenuta nel giugno del 2016, sono centinaia i migranti “spariti” dal CAS (Centro di Accoglienza Straordinario) e di cui non si sa praticamente più nulla fra la disattenzione della politica e l’applicazione di norme che sembrano scritte solo per evitare di occuparsi seriamente di queste persone che entrano nel nostro Paese per le cause più disparate. Il centro di Mondo Migliore venne aperto per sopperire all’emergenza venutasi a creare proprio sette anni fa, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri adottato allo scopo di mettere in atto “misure di protezione temporanea da adottarsi per rilevanti esigenze umanitarie, in occasione di conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in Paesi non appartenenti all’Unione Europea”. Protezione temporanea diventata nella pratica definitiva.
L’allontanamento volontario è una formula che serve a descrivere un fenomeno dalle proporzioni piuttosto significative e ancora poco studiato, perché alla fine, che un certo numero di migranti faccia sparire le proprie tracce, conviene un po’ a tutti. Non essendo i CAS (giustamente) centri detentivi ma esclusivamente di accoglienza, gli ospiti possono uscire e rientrare quando vogliono e spesso questi centri sono visti dagli stessi migranti come punto di partenza da cui spostarsi per raggiungere altri luoghi, altri paesi europei, magari per riunirsi ai familiari stanziatisi in altre città.
Tra i 24 migranti allontanatisi volontariamente nel mese di febbraio da Rocca di Papa, figurano undici somali, cinque egiziani (di cui un’intera famiglia con tre bambini di 12, 10 e 2 anni), due del Gambia, un siriano, un pakistano, un eritreo, un ghanese, un libico e un palestinese. Dove saranno andati? Nessuno può dirlo ma sarebbe importante cominciare ad analizzare questo fenomeno anche per descrivere gli itinerari di chi entra in Italia e, dopo qualche mese presso i centri di accoglienza, si allontana verso destinazioni per lo più ignote.