di ANDREA SEBASTIANELLI
Il TAR ha rigettato il ricorso presentato dal Comitato Procase con cui chiedeva la sospensione della delibera della giunta comunale di Rocca di Papa n. 105 del 28 ottobre 2022 e avente come oggetto: “Immobili abusivi: definizione indennità occupazione senza titolo da corrispondere all’ente”.
La sezione seconda quater del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, presieduta da Donatella Scalia, ha motivato il rigetto del ricorso con l’inesistenza del cosiddetto “periculum in mora”. Per dirla in modo semplice, secondo i giudici riunitisi in camera di consiglio lo scorso 14 febbraio, nella vicenda oggetto del ricorso non si riscontrerebbe il possibile danno causato dal provvedimento contestato (la delibera di giunta), vista “l’assenza di provvedimenti individuali di richiesta dell’indennità di occupazione”. Mancando quei provvedimenti individuali, cioè le richieste specifiche per quantificare il dovuto in base alle caratteristiche dell’abuso, verrebbe meno il possibile danno. Gli avvocati dei ricorrenti, insomma, non sarebbero riusciti a dimostrare l’esistenza del “periculum in mora”, da cui il rigetto del ricorso.
Il Tar ha poi condannato il Comitato Procase al pagamento delle spese processuali fissate in 800 euro.
Cosa cambia dunque per i cittadini incappati nella procedura? E’ difficile rispondere a questa domanda visto che bisognerebbe avere il quadro aggiornato delle singole pratiche di acquisizione al patrimonio pubblico degli immobili abusivi incappati nella procedura. Bisogna evidenziare che già nel cosiddetto “emendamento Rossetti” (dal nome dell’ex assessore al bilancio della giunta Crestini), che sospendeva il pagamento dei canoni stabiliti dal consiglio comunale del 2017, si diceva espressamente che “l’Amministrazione Comunale intende modulare la richiesta delle indennità sulla base di una indagine che evidenzi le singole fattispecie, rinviando la puntuale allocazione in bilancio delle indennità stesse alla conclusione dell’indagine di cui sopra”.
Questo significa che per mettere a bilancio, cioè mandare a riscossione, i canoni di occupazione l’Amministrazione dovrebbe aver acquisito tale indagine. Sarebbe opportuno appurare se gli uffici comunali l’abbiano redatta o meno. Quest’indagine, come scrisse l’ex assessore Rossetti, deve evidenziare le singole fattispecie, cioè deve indicare caso per caso il relativo calcolo delle indennità. Cosa che, stando all’Ordinanza del TAR, non sarebbe stata fatta da cui l’assenza di un possibile danno. La vicenda, comunque, non finirà con questa decisione dei giudici ma, anzi, diventerà argomento anche delle prossime elezioni comunali di maggio.