La storia di Roma fin dalle sue origini. È questo il tentativo che il regista Matteo Rovere ha cercato di fare girando il film “Il primo re” che uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 31 gennaio. Alcune scene della pellicola sono state girate anche a monte Cavo, proprio nei luoghi dove la civiltà latina ha cominciato a formarsi dando vita successivamente alla Roma che tutti conosciamo, fin da quella data simbolica del 753 a.C. in cui storicamente viene posta la fondazione della Città eterna.
Il film ha richiesto due anni di lavorazione e le scene hanno cercato di riprodurre il più fedelmente possibile le atmosfere di quei luoghi che per primi, stando alla leggenda e al mito, ospitarono i due fratelli Romolo e Remo, basandosi sulle storie narrate da autori antichi quali Livio, Ovidio e Plutarco. Oltre a monte Cavo (Rocca di Papa) le scene sono state girate tra i parchi dei monti Simbruini e Lucretili, a Veio e a Tor Caldara. Questo perché gli autori (oltre al regista si segnala la sceneggiatura di Filippo Gravino e Francesca Manieri) hanno cercato le giuste ispirazioni in quegli stessi luoghi che, frettolosamente dimenticati, sono stati all’origine di tutto, l’area sacrale dell’antico mons Albanus in primis, con i suoi villaggi che diedero vita alla Lega Latina.
Il film, costato 8 milioni di euro, vede gli attori Alessandro Borghi e Alessio Lapice nei panni rispettivamente di Romolo e Remo ma l’aspetto più sorprendente del lavoro cinematografico è che il tutto è stato girato in un linguaggio definito proto-latino, basato sui dialoghi frutto del lavoro di un gruppo di semiologi. Degna di nota la scena della carcerazione dei due fratelli in quel di Albalonga, dove incontreranno la vestale (interpretata da Tania Garibba) che predirà il loro futuro così come gli è stato annunciato da Giove e da cui dipenderà la nascita di quel “primo re” con destini tanto differenti per Romolo e per Remo.
Il film comincia con l’esondazione del Tevere e con scene di una battaglia realistica, selvaggia e violenta che nelle intenzioni del regista deve far vivere la crudezza degli anni di questa prima Roma.
Anche Rocca di Papa, dunque, avrà la sua piccola soddisfazione per una pellicola che, caso quasi unico in Italia, ha cercato di affrontare un tema storico che il cinema ha sempre preferito mettere in secondo piano. Il 31 gennaio la pellicola, prodotta in collaborazione con Rai Cinema, arriverà dunque nelle sale mentre per la visione televisiva bisognerà attendere almeno un anno.